
Vuoi guarire?
Vuoi guarire? L’adolescenza come soglia del cambiamento
Nel Vangelo di Giovanni (5:6), Gesù chiede a un paralitico: “Vuoi guarire?”. Una domanda apparentemente scontata, quasi provocatoria: chi non vorrebbe liberarsi della propria sofferenza? Eppure, in questa semplice frase si cela un interrogativo esistenziale che riguarda profondamente anche l’adolescenza: il desiderio autentico di cambiamento.
L’adolescente è spesso paralizzato, non nel corpo, ma nell’anima. Sospeso tra l’infanzia e l’età adulta, sente il peso delle sue insicurezze, paure e contraddizioni. Vorrebbe muoversi, ma è trattenuto da una forza invisibile: il timore del giudizio, la paura di fallire, la sicurezza di una condizione che, pur dolorosa, è almeno conosciuta.
Gesù non impone la guarigione, la chiede. Perché crescere non è mai un atto forzato, ma una scelta. Alcuni adolescenti rimangono fermi nelle loro ferite, quasi adagiati nel dolore, perché il cambiamento richiede coraggio e responsabilità. Dire “sì” significa accettare di non essere più ciò che si era, rinunciare a una parte di sé per scoprire chi si può diventare.
Ma cosa significa davvero “guarire” per un adolescente? Non si tratta di eliminare il dolore, ma di trasformarlo. Di prendere la paura e farne desiderio, l’incertezza e farne esplorazione, il senso di smarrimento e farne scoperta.
Forse la domanda di Gesù andrebbe rivolta oggi ai ragazzi con nuova consapevolezza: Vuoi davvero crescere? Sei pronto a lasciare chi sei stato per diventare chi puoi essere?
E forse la risposta non è scontata.