Disillusione

Disillusione

Di solito quando lavoro con adolescenti demotivati mi sento dire: “A che serve impegnarsi e studiare, tanto questa società fa schifo, non c’è speranza. Non troverò mai un lavoro che mi realizzi!”

La disillusione espressa dagli adolescenti riguardo al futuro, l’istruzione e le prospettive lavorative riflette una crisi più ampia che permea la nostra società. La loro percezione di una “società senza speranza” pone interrogativi profondi sul tipo di mondo che stiamo lasciando alle generazioni future e sul nostro ruolo come educatori e adulti responsabili.

In primo luogo, la demotivazione degli adolescenti di fronte all’istruzione e al lavoro non è semplicemente un problema individuale, ma il sintomo di una malattia sociale. Viviamo in un’era di rapidi cambiamenti tecnologici, economici e ambientali, dove le promesse di stabilità e progresso sembrano vacillare sotto il peso di crisi globali continue, disuguaglianze in crescita e una percezione di ingiustizia sistemica. Questo contesto ha creato un terreno fertile per la disillusione, specialmente tra i giovani, che vedono il loro futuro come precario e incerto.

Tuttavia, questa visione della società e del futuro può anche essere vista come un punto di partenza per una riflessione filosofica più ampia sulla natura dell’istruzione, del lavoro e del significato della realizzazione personale. L’istruzione non deve essere vista meramente come un mezzo per ottenere un lavoro o garantire la sicurezza economica, ma come un fine in sé, un processo attraverso il quale gli individui possono esplorare, interrogare e comprendere il mondo intorno a loro. Studiare, in questo senso, diventa un atto di ribellione contro la disperazione.

Il filosofo Friedrich Nietzsche ha parlato dell’importanza di trovare il proprio “perché” nella vita, sostenendo che questo può aiutarci a sopportare quasi ogni “come”. In questo contesto, il compito degli educatori non è solo quello di trasmettere conoscenze, ma anche di aiutare gli adolescenti a scoprire il loro “perché”, a ispirare in loro una passione per l’apprendimento che vada oltre la mera utilità e a incoraggiarli a vedere l’istruzione come un viaggio verso la realizzazione personale e la comprensione del mondo.

Inoltre, è cruciale riconoscere e affrontare le legittime preoccupazioni degli adolescenti riguardo al futuro del lavoro. Il mondo del lavoro sta cambiando, e con esso le competenze richieste per avere successo. In questo contesto dinamico, l’istruzione deve evolversi per preparare gli studenti non solo con competenze tecniche, ma anche con quelle trasversali come la creatività, il pensiero critico e l’adattabilità. Queste competenze sono essenziali per navigare in un futuro incerto e possono fornire agli adolescenti gli strumenti per costruire carriere significative e soddisfacenti, anche in un contesto lavorativo in rapido cambiamento.

Infine, dobbiamo riflettere su come la società valuta il lavoro e la realizzazione personale. La ricerca di un lavoro che ci “realizzi” è spesso ostacolata da narrazioni culturali e sociali che privilegiano il successo materiale e lo status rispetto alla soddisfazione personale e al contributo alla società. Cambiare questa narrativa richiede un esame collettivo delle nostre priorità e valori e un impegno a promuovere un senso di scopo e significato nel lavoro che va oltre il guadagno finanziario.

Affrontare la demotivazione e la disillusione degli adolescenti richiede quindi un approccio olistico che consideri non solo l’educazione e il lavoro, ma anche i valori, le aspettative e le strutture sociali più ampie. Come società, dobbiamo impegnarci a costruire un futuro che offra speranza, opportunità e senso di scopo alle generazioni future. Questo inizia con il riconoscimento delle loro preoccupazioni, il sostegno alla loro ricerca di significato e l’impegno a creare un mondo in cui l’istruzione e il lavoro non siano visti come pesi, ma come vie verso la realizzazione personale e collettiva.