Essere gentili
“Ovunque ci sia un essere umano, vi è la possibilità per una gentilezza.” Seneca
La gentilezza è un ponte che ci collega agli altri e a noi stessi. Quando attraversiamo questo ponte, entriamo in contatto con il cuore della nostra umanità e scopriamo la bellezza dell’empatia e della compassione.
In un mondo che sembra frequentemente privilegiare la rivalità e l’individualismo, la gentilezza può apparire come un’eccezione. Tuttavia, è proprio in questo scenario che la sua essenza risalta con ancor più rilevanza. La pratica della gentilezza ci permette di sfondare i muri dell’indifferenza, tessendo fili di sincera solidarietà e reciproca comprensione.
Ogni gesto di gentilezza è un atto rivoluzionario di amore e compassione. Ogni volta che optiamo per essere gentili, stiamo facendo un dono non solo al prossimo, ma anche a noi stessi. Attraverso la pratica della gentilezza verso gli altri, ci concediamo di avere compassione per il nostro io, di accogliere la nostra umanità nella sua intera gamma di sfumature e di nutrire un amore intenso e duraturo per noi stessi e per il mondo che ci circonda. Quante volte il sorriso e la meraviglia che scorgiamo sul volto dell’altro dopo aver ricevuto un dono, ci commuovono!
Essere gentili con se stessi è spesso un aspetto sottovalutato e molti hanno la tendenza a censurarsi e a giudicarsi con severità.
I saggi stoici sostenevano che la gentilezza verso se stessi fosse un elemento imprescindibile per la virtù e la tranquillità interiore. Ciò non implica l’essere egocentrici o indulgenti, bensì l’essere compassionevoli verso noi stessi quando si commettono errori o si compiono scelte non appropriate.
“Io li attiravo con corde di umana gentilezza, con legami d’amore; ero per loro come chi solleva il giogo dal loro collo, e mi piegavo per dar loro da mangiare.” Osea 11:4