Il Mondo Percepito
Il corpo umano vive in costante interrelazione con il mondo circostante, ed è capace di percepire e di essere il soggetto unico della percezione. Tuttavia, il pensiero oggettivante non riconosce la presenza di un soggetto percipiente che partecipa alla percezione del mondo e alla propria interiorità, ma vede il mondo come già fatto, già stabilito e immutabile. Al contrario, la visione del mondo di Merleau-Ponty riconosce la percezione come un evento dinamico e in continua evoluzione, una ricreazione costante del mondo percepito in ogni momento.
La percezione non è effettivamente data, ma ripresa e ricostituita interiormente da noi, in quanto legata a un mondo di cui portiamo in noi le strutture fondamentali e di cui essa è solo una delle possibili manifestazioni. La percezione è un’adesione carnale al fenomeno attraverso l’intenzionalità della coscienza, un’esperienza pre-oggettiva e pre-categoriale del mondo.
La coincidenza perfetta con lo spettacolo percepito dimostra come l’introduzione del pensiero logico non sia rilevante e possa interrompere la coincidenza con il fenomeno. Lo spettacolo percepito non è solo puro essere, ma anche un momento della nostra storia individuale, poiché la sensazione presuppone in noi i sedimenti di una costituzione preliminare. La riflessione sul sensibile porta alla nozione di qualità, poiché ogni sensazione non può essere quantificabile o posta in relazione ad altre sensazioni in uno schema rigido e determinato.
La percezione e la sensazione non sono puntuale, ma sempre immersi in un’atmosfera di generalità e anonimato. Ogni sensazione è possibile solo perché esiste un corpo che agisce da tramite e dà vita ad uno spazio virtuale. La sensazione diventa una superficie di contatto con l’essere, e i fatti sensoriali divengono parte effettiva dello spazio esperienziale unificato.
Il pensiero oggettivante ci allontana dal vivere e coincidere col sensibile, portando a vedere, udire e sentire male, e appiattendo le sensazioni. Non è necessario avere la logica per sentire, poiché i sensi comunicano tra loro con il proprio linguaggio, e la loro comunicazione non deve necessariamente passare attraverso l’intelletto.
In sintesi, la percezione è un evento dinamico e in continua evoluzione, una ricreazione costante del mondo percepito in ogni momento. La percezione e la sensazione non sono puntuale, ma immerse in un’atmosfera di generalità e anonimato. La coincidenza perfetta con lo spettacolo percepito dimostra come l’introduzione del pensiero logico possa interrompere la coincidenza con il fenomeno. La riflessione sul sensibile porta alla nozione di qualità e alla comprensione che i sensi comunicano tra loro con il proprio linguaggio.