Socrate e Agatone
Il dialogo tra Socrate e Agatone nel “Simposio” è la più chiara dimostrazione del fatto che il sapere non si organizza come un’accumulazione di significati. Non c’è niente da riempire, bensì, come afferma Lacan, il sapere del maestro non è mai ciò che colma la mancanza, quanto ciò che la preserva.
Agatone: «Vieni qua, Socrate, sdraiati vicino a me, perché possa godere anch’io, essendo molto vicino a te, di quella sapienza che ti si è applicata quando te ne stavi sotto al portico. è evidente infatti che l’hai trovata e che la conservi tuttora. Se no, non ti saresti allontanato di là».
Socrate: «Andrebbe proprio bene, Agatone, se la sapienza fosse tale, da fluire da quello di noi che ne è più pieno a quello che ne è maggiormente vuoto, come avviene per l’acqua neì bicchieri, che attraverso un piccolo batuffolo di lana scorre da quello più pieno a quello più vuoto. Se la cosa sta così anche per la sapienza, io ho in grande considerazione l’essere sdraiato vicino a te: ritengo infatti che io sarò riempito di molta e bella sapienza da parte tua. La mia infatti è ben poca cosa e alquanto incerta, quasi come un sogno, la tua invece è brillante, e possiede molte possibilità di incremento, e brilla così con tanta forza da parte tua, che sei così giovane, davanti a più di trentamila Greci che ne furono testimoni».